"Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety"
martedì 16 novembre 2010
Il guardiano ed i tre asini
martedì 21 settembre 2010
Efficienza dello stato (I): la patente a punti
martedì 14 settembre 2010
Sondaggi dal campione ignoto
sabato 4 settembre 2010
Freakonimics: the movie
"They say money doesn't buy happiness. Wanna bet??"
Here you can find everything about the movie.
Distorsione sui mercati: un esempio
mercoledì 1 settembre 2010
Una voce fuori dal coro
martedì 31 agosto 2010
lunedì 26 luglio 2010
TG da spiaggia
mercoledì 21 luglio 2010
L'acqua deve essere un bene pubblico?
venerdì 16 luglio 2010
Un passo avanti ed un paio indietro
mercoledì 7 luglio 2010
Fight Club all'amatriciana
giovedì 17 giugno 2010
Ma che crisi avete osservato?
giovedì 3 giugno 2010
lunedì 31 maggio 2010
Istantanea di una crisi (o meglio tre) e di una cena
venerdì 28 maggio 2010
Meritocrazia Made In Italy
sabato 15 maggio 2010
Il facile populismo di chi non ha argomenti
sabato 24 aprile 2010
Gli errori del 5 stelle: qualche consiglio utile...
venerdì 23 aprile 2010
Si chiamava Politica, ora si chiama Casta.
sabato 17 aprile 2010
Il coraggio della lepre
martedì 30 marzo 2010
UN PAIO DI RIFLESSIONI SULLE REGIONALI
- Il vincitore incontrastato di queste elezioni è il partito degli astensionisti, che aumentano la loro fetta di un buon 9% rispetto all'ultima elezione regionale: considerando che la loro quota è pari circa al 35,88% e che circa il 30% degli italiani non può andare a votare non avendone diritto, sono ormai più gli italiani che non votano rispetto a coloro che lo fanno
- Il secondo posto spetta al partito che parla di più e fa meno. Detta così potrebbe essere qualsiasi, quindi per fugare ogni dubbio vi rivelo il nome: Lega Nord. Ha aumentato il suo consenso, divenendo sempre più indispensabile a BS per rimanere in carica. Come ad ogni elezione i leghisti promettono, in caso di vittoria, il famigerato federalismo fiscale, unico punto importante in un partito che agli albori puntava alla secessione. Ce la faranno stavolta i nostri eroi a portarla a termine? Si accettano scommesse: chiunque punti 1€sul federalismo fiscale ne avrà 200 se verrà realizzata una riforma seria entro 1 anno, 100 entro 2 anni, 50 entro 3 anni; chi invece punta su “La Lega strillerà e farà approvare un provvedimento tendenzialmente fascista e discriminante, nonché inutile ma molto populista per il suo elettorato” dovrà puntare 10 000 € per vincere 1 centesimo.
- Il terzo gradino del podio si può assegnare al PDL. Nonostante passino più tempo in televisione ad annunciare cosa hanno fatto e cosa i comunisti non permettono di fare, e nonostante se ne stanno dietro ad una scrivania a gestire male il partito in preparazione delle elezioni regionali (Cough-Lazio, scusate, mi viene la tosse anche a scrivere) riescono a non capitolare giù nell'abisso come ha fatto il PD alla sua formazione. Per questa ragione la loro è senza dubbio una vittoria.
mercoledì 17 marzo 2010
Dio esiste ed è un economista!
mercoledì 3 marzo 2010
Via alle candidature
domenica 14 febbraio 2010
Tremonti, istruzioni per il disuso

giovedì 11 febbraio 2010
Quando si parla di Par Condicio, tutti "sull'attenti"
lunedì 18 gennaio 2010
Ancora (stra)parla?
Di chi stiamo parlando?
Di Tremonti ovviamente, il nostro caro, carissimo (ma veramente carissimo..), Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Vi proponiamo una chiave di lettura molto interessante, godetevi l’articolo di Michele Boldrin su nFA, questo è solo il preludio a qualcosa che verrà presto.
lunedì 11 gennaio 2010
Codacons vs Istituti Bancari
Il 2010 si apre con un’importante novità: la prima class action italiana contro istituti bancari.
Ma cosa è la class action?
E' “L’azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori” (art. 2, comma 445, Legge Finanziaria 2008). Anche se la legge che ha introdotto tale strumento è relativa al 2008, solo nell’anno appena iniziato è entrata in vigore (siamo in Italia!).
Pioniere della prima class action italiana è il Codacons, che ha notificato due citazioni, una presso il tribunale di Torino e l'altro presso il tribunale di Roma, contro i due maggiori colossi bancari italiani: Unicredit e Intesa San Paolo.
L’azione poggia sulle rilevazioni dell'Antitrust secondo le quali le banche avrebbero compensato l'eliminazione della 'commissione di massimo scoperto' introducendo nuove e più costose commissioni a carico degli utenti, anche 15 volte più care.
Con questo comunicato il presidente di Codacons, Carlo Rienzi, presenta l'azione legale contro i due istituti bancari.
Il fatto che le banche avessero sostituito la commissione di massimo scoperto con altre commissioni più costose non è una novità. Molte associazioni di consumatori avevano denunciato il fatto già da tempo e l’Antitrust lo ha confermato con un’accurata indagine.
Ora finalmente si ha anche in Italia uno strumento che permette un’azione collettiva contro queste “furbizie” da parte degli istituti di credito a danno dei propri clienti.
Ma sarà efficace?
Il presidente del Codacons sottolinea questo aspetto nell’ultima parte del comunicato quando dice:
“La mancanza di forti sanzioni come avviene in Usa rende questo strumento poco incisivo ed efficace”
Inoltre dato che si tratta di un procedimento processuale dove c’è un giudice che deve emettere una sentenza, questa può arrivare dopo anni data la lentezza del sistema giudiziario Italiano.
E ovviamente in caso di esito positivo per il Codacons, le banche possono sempre fare ricorso allungando ulteriormente i tempi. Si entrerebbe così nel contorto meccanismo della giustizia italiana che, come sempre, non garantisce una definitiva conclusione nel breve periodo.
Il presidente Rienzi sostiene comunque che l’obiettivo principale della class action è mirato a “disincentivare i colossi economici a fare scorrettezze gravi contro i consumatori”.
Su questo punto sono d’accordo con lui: nel caso in cui la sentenza fosse a favore dell’associazione di consumatori, farà storia e farà capire alle banche che non sono intoccabili e che se sbagliano devono pagare, come è giusto che sia.
Proprio per questo motivo penso che non sia un caso che si siano scelte le due banche italiane più importanti.
Cosimo Schiavano
Coerenza innanzitutto...
“La situazione va meglio ma non è buona come intendono i mercati, […], i mercati stanno meglio, ma sono ancora fragili”
– Mario Draghi 9 gennaio 2010
Il Presidente di BankItalia, nonché Presidente del Financial Stability Board, ha così valutato l’attuale situazione del sistema bancario internazionale. Ha successivamente aggiunto delle considerazioni sull’operato di diverse grandi banche internazionali, riferendosi in particolare ai sistemi di remunerazione offerti ai management:
“Gli stipendi dei manager dovrebbero essere commisurati ai rischi che si prendono”
Anche qui la sua valutazione centra uno dei punti fondamentali da tenere in considerazione per garantire una ripresa sostenibile per il sistema finanziario. Tuttavia, come abbiamo più volte sostenuto in questo blog, stabilire dei principi base per commisurare gli stipendi ai rischi non è l’unico punto su cui fondare la politica di vigilanza del Financial Stability Forum, è necessario anche attivarsi affinché tutti gli istituti finanziari adottino delle politiche di gestione del capitale mirate a garantire il rispetto dei principi base di Basilea II, nella fattispecie i requisiti [stringenti] inerenti il capitale di vigilanza. Se, malauguratamente, dovessero ripresentarsi delle falle nel sistema finanziario internazionale il mercato non dovrebbe essere nelle condizioni di soffrire nuovamente una crisi di liquidità come nel 2008. Il reale obiettivo da centrare per un organo sovranazionale come il FSF deve essere quello di garantire la solidità del sistema finanziario, non il volere populista; giusto per intenderci
“If the guy has a broken nose, you don’t put a band-aid on his butt” [1].
[1] Michele Boldrin - in Brian DeLong vs Michele Boldrin Debate on Stimulus SmackDown minuto 38.