domenica 14 febbraio 2010

Tremonti, istruzioni per il disuso


Qualcosa mancava, o meglio, per molti non c’era. In realtà quel qualcosa c’era e da parecchio tempo pure.


Di cosa stiamo parlando? Ovviamente stiamo parlando di un pensiero indipendente da ogni onda velenosa e da ogni ricatto infame di qualsivoglia palazzo. Il pensiero in questione è stato redatto dagli autori di noiseFromAmerika (nFA), in particolare da Michele Boldrin, Giulio Zanella, Sandro Brusco, Alberto Bisin e Andrea Moro. Probabilmente gli autori hanno dormito sonni poco tranquilli in questi ultimi mesi di stesura, basti pensare al soggetto preso in considerazione per la composizione di “Tremonti, istruzioni per il disuso”. Tremonti, Ministro dell’Economia e delle Finanze italiano, è definito VolTremont, in (dis)onore al più conosciuto Lord Voldemort, personaggio antagonista della saga di Harry Potter. Costui è un personaggio definito l’”Oscuro Signore”, non solo per la potenza di cui dispone, ma anche per gli adepti che ha al seguito: i mangiamorte. Nel libro in questione i mangiamorte sono assimilati, tra gli altri, ai giornalisti, in particolare a coloro che, facendo parte di un gioco ormai noto in Italia, si guadagnano la pagnotta sviolinando le gesta dell’Oscuro Signore, nonostante in alcuni casi siano delle vere e proprie idiozie di stampo populista.
All’interno del libro sono talmente tanti i riferimenti che controvertono le teorie, con tutto il rispetto per il termine e per chi le elabora realmente, di VolTremont che egli stesso rimarrebbe impallidito e fuori causa in un potenziale dibattito con gli autori. Nel dettaglio sono presi a riferimento più che i commenti, le reazioni a caldo, o le interviste, i libri scritti (La paura e la speranza; Rischi fatali) da Tremonti, poiché, a detta degli autori, quando una qualsiasi persona, a maggior ragione un Ministro, scrive un libro lo fa ragionando e verificando costantemente i fatti durante la realizzazione dello stesso; tuttavia viene dimostrato come il Ministro abbia abusato della sua posizione di Voltremont, coadiuvato dai Mangiamorte, nello scrivere teorie e pensieri del tutto privi di alcun senso logico, o di supporti statistici e informativi idonei. Il resto del libro è un mix di contenuti che dimostrano con scientifica precisione, anche se in breve sintesi, il confronto tra liberismo e "pensiero" (le virgolette sono assolutamente necessarie) di politica economica Tremontiano.
La qualità del testo scritto dalla redazione di nFA è indiscutibile, il prezzo imbattibile, per cui non vi resta altro che comprarlo, gustarlo e diffonderlo.

giovedì 11 febbraio 2010

Quando si parla di Par Condicio, tutti "sull'attenti"

Sono alquanto combattuto se valutare positivamente o negativamente questa decisione alquanto bizzarra della commissione di Vigilanza Rai: la mia prima reazione, quella impulsiva ed idealizzata, è stata la seguente:

"E' uno scandalo togliere dai palinsesti televisivi i programmi d'informazione politica, quale grossa limitazione alla libera informazione!"

Poi il cervello ha cominciato a fare un po' di mente locale, mentre leggevo l'articolo in questione e
ha elaborato questi 3 piccoli pensieri:

1) La non trasmissione di programmi d'approfondimento politico per un mese sulle reti Rai non è una grossa perdita considerando la qualità media dei programmi; anzi, paradossalmente l'italiano medio potrebbe anche guadagnarci...
2) Valutazione puramente economica: dato che durante il periodo elettorale seguire i "dibattiti politici" in Italia è un po' come guardare una partita di calcio mascherandosi da bravi elettori volenterosi di informarsi sui programmi politici, Mediaset, o meglio Matrix, non avrà troppa concorrenza in quel periodo...
3) Valutazione un po' più politica: se consideriamo che i programmi sono schierati, il centro-sinistra perde due programmi mentre il centro-destra ne perde solo uno (...Che dici Matteo, Porta a Porta non è schierato....), il che per il centro-destra è abbastanza vantaggioso....


Poi il cervello arriva a pieno regime e l'unico pensiero dominante è: bisogna privatizzare la Rai, così i nostri parlamentari non devono più prendere decisioni così controverse nel realizzare questi arguti ragionamenti.


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