mercoledì 23 dicembre 2009

Payback time: ovvero ora vi tocca ricambiare il favore

L'incontro c'è stato, coperto dal clima natalizio e dall'ombra del Duomo di Milano ma è avvenuto.
Marchionne ha presentato davanti a governo e sindacati il piano industriale di Fiat per i prossimi anni, fino al 2014.

Essendo la seconda puntata di "Come disse Don Vito" non mi occuperò del piano industriale, bensì sarà una piccola interpretazione personale della faccenda Termini Imerese.

Marchionne ha dichiarato:«Lo stabilimento è in perdita, non possiamo più permettercelo»

Traduzione: Questa stabilimento è una patacca da un po' di anni che comunque abbiamo tenuto aperto grazie ai contributi che ci avete versato; peccato che ora i contributi, dato lo shopping dell'ultimo periodo, non potete più darceli, quindi non ho più intenzione di farvi questo favore.

In più Marchionne è disposto a discutere «proposte di riconversione con la Regione Sicilia e i privati»

Traduzione: Ora che il favore ve l'ho fatto, dovete ricambiare in modo che scaricando questo stabilimento ci possa guadagnare abbastanza, altrimenti, fra 2 anni, dovrete affrontare la patata bollente degli XXmila disoccupati.

Pronta la replica di Scajola, questa personalmente la ritengo da oscar:

«Dobbiamo tutti prendere impegni per Termini Imerese. Marchionne è disposto a collaborare. Abbiamo tempo di mettere insieme le risorse che la Regione Sicilia ha già dichiarato e quelle che il governo può dare per uno sviluppo diverso. Va organizzato subito un tavolo con Fiat, Regione e sindacati per definire il futuro industriale del sito e tutelare l'occupazione»

Traduzione: Mi metto subito in contatto con Giulio, gli amici della regione Sicilia per vedere quanti soldi abbiamo così che possiamo stendere un piano in cui voi ci guadagnate abbastanza e che faccia abbastanza pubblicità al sindacato.

Avanti il prossimo padrino.

E se fosse così?

Siamo abituati a vedere il mondo da un'altra angolazione, perchè non cambiamo punto di vista ogni tanto? Riflettiamo!

martedì 22 dicembre 2009

Dichiarazioni che (non) lasciano il segno.

«Purtroppo ancora non si vede in tal senso un clima propizio nella nostra vita pubblica, una consapevolezza comune a maggioranza ed opposizione in Parlamento che dovrebbe abbracciare egualmente l'aspetto del funzionamento e della riforma delle istituzioni»

- Giorgio Napolitano - 21 dicembe 2009

Sono le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica durante il discorso di augurio per le feste natalizie.

Da comune cittadino votante mi chiedo:“Quale sarà mai il giusto clima per realizzare le riforme di cui l’Italia avrebbe tanto bisogno?”. Sinceramente non sono riuscito ad individuarne neanche uno, nonostante sia stato a lungo a riflettere. Forse il PdR intendeva dire che bisogna lavorare per l’Italia e non per se stessi, forse voleva far capire ai due poli che è venuto il momento di lavorare seriamente e insieme, forse le sue parole velatamente volevano redarguire coloro che optano per la carriera da politico semplicemente per scaldare il posto in parlamento e parlare a microfoni accesi davanti agli impassibili spettatori privi di coscienza critica.

Si potrebbe restare a lungo a parafrasare le succitate parole, tuttavia resta il dubbio su quale sia il clima idoneo per garantire alla nostra nazione una serie di riforme atte a risollevarlo dalla crisi (non quella internazionale intendiamoci, ma la nostra, che è in atto da qualche lustro ormai). Se è vero che in Italia non si fanno riforme serie per via di questo fantomatico clima non propizio, allora sarebbe opportuno che deputati e senatori di posizioni avverse si rendano conto di cosa stanno (s)combinando e cerchino, senza giochetti populisti, di collaborare insieme per ricostruire ciò che loro stessi hanno distrutto in questi anni.


Una soluzione a questo problema potrebbe consistere nel mandare a casa coloro che hanno una certa età, ad esempio gli over 65, sostituendoli con politici che abbiano a cuore il futuro della nazione, in questo senso sarebbe opportuno eleggere dei giovani (magari under 35), che avrebbero sicuramente maggiori stimoli a creare riforme condivise tra poli opposti, proprio perché hanno in mano loro stessi il futuro della nazione.

Infine aggiungo una provocazione. Ricordando Giorgio Gaber “Destra - Sinistra”, mi pongo un interrogativo : “Cos’è la destra? Cos’è la sinistra?”; esistono ancora delle differenze tra destra e sinistra? Ma soprattutto quali sono gli ideali attuali? Sono così differenti tra fazioni opposte? A me pare che la divisione destra – sinistra sia semplicemente un intoppo nel creare quel clima auspicato dal PdR [1]. E’ noto che in fin dei conti agli italiani, siano essi di destra o di sinistra, interessa esclusivamente il bene dell’Italia, vale a dire un’economia sana e in crescita costante, un sistema burocratico leggero e veloce, trasparenza nei servizi di ogni tipo, giustizia veloce ed efficace, la competizione nei mercati (si ha tanto bisogno di questo, pensate solo alle Ferrovie dello Stato), un valido sistema pensionistico, occupazione, etc.


Se siamo tutti d’accordo su questo punto, la divisione politica è sostanzialmente inutile, non fa altro che frenare la struttura, già complessa, di costruzione delle riforme. In questo senso, quindi, una volta concluse le elezioni, i politici dovrebbero, per amor di patria, collaborare insieme per costruire le riforme idonee a garantire il ritorno di un’Italia forte, evitando di opporsi indistintamente ad ogni proposta di legge emessa dalla fazione opposta.


[1] E’ ovvio che ci deve sempre essere un’opposizione e una maggioranza; il diritto di opposizione e di espressione in politica è fondamentale affinché non si creino situazioni di regime dittatoriale.

Il treno delle riforme partirà con un ritardo di....

Come nella nostra consueta tradizione noi siamo i migliori: dai mondiali di calcio alla ripresa economica, anche nella gestione delle ferrovie siamo i migliori.

Nessuna chiusura di tratti, a differenza di altri stati, ma solo ritardi, come tutti gli altri stati; quindi visto che siamo i migliori, niente rimborsi, ma piuttosto portarsi lenzuole e panini.

Ecco che giungono puntuali alcune dichiarazioni dell'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Moretti; io penso che è il momento buono di cambiare compagnia, poi mi accorgo che sono in Italia e che non ci sono altre compagnie nella gestione dei treni.
Facile parlare da monopolista...

Dunque rifletto e mi dico:"Se devo arrivare chissà quando, portandomi dietro coperte e panini e non avere diritto al rimborso del biglietto, preferisco prendere su la mia macchina, perlomeno il riscaldamento funziona e sto comodo con le gambe (sì sono alto 1,90 m e i posti per le gambe nei treni sono un po' strettini)".

Comunque grazie, l'importante è essere sempre i migliori, i diritti dei consumatori non sono importanti...

PS: Se sulla gestione dei treni e delle tratte ci fosse un po' di libero mercato magari...

martedì 15 dicembre 2009

Paul Samuelson

Domenica 13 Dicembre 2009 - E' scomparso Paul Samuelson, noto economista Statunitense laureatosi Premio Nobel nel 1970. I suoi lavori, corredati da ricerche, analisi e contributi scientifici di altissimo livello, hanno favorito lo sviluppo della teoria economica, in particolare hanno posto le basi per la creazione di nuovi sistemi di ricerca basati sulla costruzione di modelli economici. [1]
Durante gli anni di ricerca e studio ha tentato di mediare tra le posizioni di stampo Keynesiano e quelle derivanti dalla Scuola Austriaca [2], ciò a dimostrazione dell'equilibrio con cui sviluppava teorie e analisi (nonostante prevalesse maggiormente l'ideologia non liberista).
Il suo lavoro principale, anzi, il più conosciuto è certamente "Economics: An Introductory Analysis" [3], grazie ad esso dal 1948 ad oggi la quasi totalità degli studenti di Economia del mondo studia l'essenza della Scienza Economica.
Negli ultimi due giorni sono state numerose le manifestazioni di dispiacere e di encomiato da parte del mondo dell'Economia, dei Blogger e della Politica internazionale. Qui, però, ci piace ricordare maggiormente come era visto e apprezzato durante la sua vita, in particolare è molto significativo rimembrare la seguente frase pronunciata dalla Swedish Royal Academy a seguito dell'assegnazione del Premio Nobel:


"(He - ndr) has done more than any other contemporary economist to raise the level of scientific analysis in economic theory [4]

Queste parole rappresentano realmente chi era Paul Samuelson.


lunedì 14 dicembre 2009

Cose da Pazzi

“Al peggio non c’è mai fine


E’ un antico proverbio italiano che descrive con grande efficacia ciò che sciaguratamente è accaduto ieri sera in quel di Milano (Piazza Duomo).

Il fatto accaduto a Milano vede coinvolti un certo Massimo Tartaglia e il presidente del consiglio italiano BS. Il primo aggredisce il secondo con un statuetta (raffigurante il Duomo Milanese) ferendolo sul volto. Il resto è ormai cosa nota.

Non sappiamo quali siano le reali motivazioni che hanno spinto l’aggressore a commettere quel folle gesto e non è nel nostro interesse saperle. Ciò che ci interessa maggiormente è il post-aggressione, ossia tutto ciò che concerne dichiarazioni, “riflessioni”, accuse e inneggiamenti vari derivanti dall’aggressione.

In un paese normale a seguito di un episodio del genere il sentimento prevalente dovrebbe essere di sgomento, tuttavia ciò non è accaduto. Dal momento in cui è stato aggredito BS sono state diverse le manifestazioni di approvazione. Non è necessario elencarle tutte, è sufficiente pensare ad alcune dichiarazioni e all’apertura di pagine e gruppi dedicati a MT su vari social network. Ovviamente tali manifestazioni provengono principalmente da ambienti di sinistra, o comunque di opposizione. Il personaggio politico aggredito è sicuramente controverso, non simpatico a molti, con un passato che porta alla luce più lati oscuri che chiari, con una carriera politica di dubbia efficacia per le sorti della nazione. Ma il punto non è questo. Come sapete, nel nostro blog abbiamo criticato spesso alcune delle scelte di politica adoperate da BS, tuttavia non possiamo che dissociarci da tale scempio. Ci dissociamo per una serie di motivi che non vale la pena elencare, non fosse altro che per la loro ripetitività. Ciò nonostante c’è un motivo che ci ha spinto a scrivere queste righe.

Chi approva il gesto, chi dichiara di essere felice per lo stesso, chi inneggia a Tartaglia non fa altro che favorire BS nella “battaglia” politica per il consenso popolare.

BS ha costantemente cercato il consenso popolare, dapprima con le tv, poi ha aggiunto vari media, successivamente ha intrapreso una campagna di vittimismo che lo ha condotto ad essere eletto con un’alta percentuale di voti. In questa legislatura, ha inoltre intensificato le dichiarazioni e i comportamenti da vittima sacrificale, inoltre, non va dimenticato, essendo il protagonista del remake più importante di sempre, il Peronismo all’italiana, sa gestire le platee e le piazze come nessuno sa fare in Italia.

Per questo motivo, la giusta risposta al folle gesto di ieri è l'assoluta disapprovazione, accompagnata da una campagna politica orientata a sostenere idee, ragionamenti seri e proposte fattibili. Tutto il resto è soltanto aria fritta che giova a BS e non fa altro che peggiorare la situazione.

giovedì 10 dicembre 2009

That's The Way It Is

A distanza di alcuni mesi dall’acquisizione di Chrysler da parte di FIAT, Sergio Marchionne, uno dei più bravi CEO a livello internazionale, propone al congresso degli USA il piano di risanamento della società automobilistica USA.

Iniziano quindi le prime mosse per costruire una forte alleanza tra le due società, il piano comprende la ristrutturazione del colosso americano, in modo tale da evitare la chiusura dei più importanti impianti di produzione presenti negli USA e aumentare le quote di mercato possedute dalla società di Torino.

Tutto normale, tutto giusto, il discorso che il CEO italiano porta avanti non fa una grinza, tuttavia la strategia è ormai nota, non fosse altro che per la sua semplicità.

“Salveremo posti di lavoro a Detroit” – S. Marchionne disse a inizio anno.

Oggi dinanzi al Congresso ribadisce quanto esplicato a inizio anno con tanto di piano e programma di risanamento. L’unione di queste frasi ad effetto unite ad una grande potenza tenuta da chi solitamente ha il coltello dalla parte del manico, rendono FIAT capace, nel giro di qualche mese, di convincere il Governo Obama ad elargire grosse quantità di denaro sottoforma di incentivi nudi e crudi.

Se la strategia di persuasione ha funzionato in Italia e funziona anche in USA, allora la strada per il risanamento di Chrysler non può che essere in discesa. Easy!

martedì 8 dicembre 2009

La facoltà di giurisprudenza non serve più

Questo articolo è una reazione istintiva a quello che ho visto stasera (mentre sto scrivendo sono le 1.30 di notte, dopo un lunedì di riposo), è un collegamento automatico che ha fatto il mio cervello, dopo aver visto Frost/Nixon su DVD e, una volta finito il film, facendo un po' di zapping in televisione, e vedendo il senatore Dell'Utri ospite a Porta a Porta, con un titolone a caratteri cubitali del tipo "Il nostro governo, il migliore contro la mafia".

Non so cosa il senatore italiano abbia detto, ho preferito evitare il suicidio mentale, ma dubito fortemente che si sia evitato l'argomento.

Certo il paragone è un po' forzato: Nixon ha fatto l'intervista (nel film) per riottenere un po' di dignità, mentre chi attualmente si difende in televisione è alla ricerca del consenso popolare, citando Fini, scambiando il consenso popolare per immunità.

Ecco che quindi le facoltà di giurisprudenza sono inutili, quando ormai il consenso popolare risolve tutto.

Sarei quasi per dare l'amnistia a questi soggetti che girovagano nella politica italiana, in modo che abbiano il loro processo in televisione, davanti le telecamere, così se vengono condannati, non ce li ritroviamo più fra i piedi.
Anche se dubito che abbiano la dignità di affermare le proprie malefatte se messi all'angolo...
Licenza Creative Commons
the road 2 serfdom by theroad2serfdom.blogspot.com is licensed under a Creative Commons Attribution-NoDerivs 2.5 Italy License.