"Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety"
mercoledì 23 dicembre 2009
Payback time: ovvero ora vi tocca ricambiare il favore
E se fosse così?
martedì 22 dicembre 2009
Dichiarazioni che (non) lasciano il segno.
«Purtroppo ancora non si vede in tal senso un clima propizio nella nostra vita pubblica, una consapevolezza comune a maggioranza ed opposizione in Parlamento che dovrebbe abbracciare egualmente l'aspetto del funzionamento e della riforma delle istituzioni»
- Giorgio Napolitano - 21 dicembe 2009
Da comune cittadino votante mi chiedo:“Quale sarà mai il giusto clima per realizzare le riforme di cui l’Italia avrebbe tanto bisogno?”. Sinceramente non sono riuscito ad individuarne neanche uno, nonostante sia stato a lungo a riflettere. Forse il PdR intendeva dire che bisogna lavorare per l’Italia e non per se stessi, forse voleva far capire ai due poli che è venuto il momento di lavorare seriamente e insieme, forse le sue parole velatamente volevano redarguire coloro che optano per la carriera da politico semplicemente per scaldare il posto in parlamento e parlare a microfoni accesi davanti agli impassibili spettatori privi di coscienza critica.
Si potrebbe restare a lungo a parafrasare le succitate parole, tuttavia resta il dubbio su quale sia il clima idoneo per garantire alla nostra nazione una serie di riforme atte a risollevarlo dalla crisi (non quella internazionale intendiamoci, ma la nostra, che è in atto da qualche lustro ormai). Se è vero che in Italia non si fanno riforme serie per via di questo fantomatico clima non propizio, allora sarebbe opportuno che deputati e senatori di posizioni avverse si rendano conto di cosa stanno (s)combinando e cerchino, senza giochetti populisti, di collaborare insieme per ricostruire ciò che loro stessi hanno distrutto in questi anni.
Una soluzione a questo problema potrebbe consistere nel mandare a casa coloro che hanno una certa età, ad esempio gli over 65, sostituendoli con politici che abbiano a cuore il futuro della nazione, in questo senso sarebbe opportuno eleggere dei giovani (magari under 35), che avrebbero sicuramente maggiori stimoli a creare riforme condivise tra poli opposti, proprio perché hanno in mano loro stessi il futuro della nazione.
Infine aggiungo una provocazione. Ricordando Giorgio Gaber “Destra - Sinistra”, mi pongo un interrogativo : “Cos’è la destra? Cos’è la sinistra?”; esistono ancora delle differenze tra destra e sinistra? Ma soprattutto quali sono gli ideali attuali? Sono così differenti tra fazioni opposte? A me pare che la divisione destra – sinistra sia semplicemente un intoppo nel creare quel clima auspicato dal PdR [1]. E’ noto che in fin dei conti agli italiani, siano essi di destra o di sinistra, interessa esclusivamente il bene dell’Italia, vale a dire un’economia sana e in crescita costante, un sistema burocratico leggero e veloce, trasparenza nei servizi di ogni tipo, giustizia veloce ed efficace, la competizione nei mercati (si ha tanto bisogno di questo, pensate solo alle Ferrovie dello Stato), un valido sistema pensionistico, occupazione, etc.
Se siamo tutti d’accordo su questo punto, la divisione politica è sostanzialmente inutile, non fa altro che frenare la struttura, già complessa, di costruzione delle riforme. In questo senso, quindi, una volta concluse le elezioni, i politici dovrebbero, per amor di patria, collaborare insieme per costruire le riforme idonee a garantire il ritorno di un’Italia forte, evitando di opporsi indistintamente ad ogni proposta di legge emessa dalla fazione opposta.
[1] E’ ovvio che ci deve sempre essere un’opposizione e una maggioranza; il diritto di opposizione e di espressione in politica è fondamentale affinché non si creino situazioni di regime dittatoriale.
Il treno delle riforme partirà con un ritardo di....
martedì 15 dicembre 2009
Paul Samuelson
lunedì 14 dicembre 2009
Cose da Pazzi
“Al peggio non c’è mai fine”
Il fatto accaduto a Milano vede coinvolti un certo Massimo Tartaglia e il presidente del consiglio italiano BS. Il primo aggredisce il secondo con un statuetta (raffigurante il Duomo Milanese) ferendolo sul volto. Il resto è ormai cosa nota.
Non sappiamo quali siano le reali motivazioni che hanno spinto l’aggressore a commettere quel folle gesto e non è nel nostro interesse saperle. Ciò che ci interessa maggiormente è il post-aggressione, ossia tutto ciò che concerne dichiarazioni, “riflessioni”, accuse e inneggiamenti vari derivanti dall’aggressione.
In un paese normale a seguito di un episodio del genere il sentimento prevalente dovrebbe essere di sgomento, tuttavia ciò non è accaduto. Dal momento in cui è stato aggredito BS sono state diverse le manifestazioni di approvazione. Non è necessario elencarle tutte, è sufficiente pensare ad alcune dichiarazioni e all’apertura di pagine e gruppi dedicati a MT su vari social network. Ovviamente tali manifestazioni provengono principalmente da ambienti di sinistra, o comunque di opposizione. Il personaggio politico aggredito è sicuramente controverso, non simpatico a molti, con un passato che porta alla luce più lati oscuri che chiari, con una carriera politica di dubbia efficacia per le sorti della nazione. Ma il punto non è questo. Come sapete, nel nostro blog abbiamo criticato spesso alcune delle scelte di politica adoperate da BS, tuttavia non possiamo che dissociarci da tale scempio. Ci dissociamo per una serie di motivi che non vale la pena elencare, non fosse altro che per la loro ripetitività. Ciò nonostante c’è un motivo che ci ha spinto a scrivere queste righe.
Chi approva il gesto, chi dichiara di essere felice per lo stesso, chi inneggia a Tartaglia non fa altro che favorire BS nella “battaglia” politica per il consenso popolare.
BS ha costantemente cercato il consenso popolare, dapprima con le tv, poi ha aggiunto vari media, successivamente ha intrapreso una campagna di vittimismo che lo ha condotto ad essere eletto con un’alta percentuale di voti. In questa legislatura, ha inoltre intensificato le dichiarazioni e i comportamenti da vittima sacrificale, inoltre, non va dimenticato, essendo il protagonista del remake più importante di sempre, il Peronismo all’italiana, sa gestire le platee e le piazze come nessuno sa fare in Italia.
Per questo motivo, la giusta risposta al folle gesto di ieri è l'assoluta disapprovazione, accompagnata da una campagna politica orientata a sostenere idee, ragionamenti seri e proposte fattibili. Tutto il resto è soltanto aria fritta che giova a BS e non fa altro che peggiorare la situazione.
giovedì 10 dicembre 2009
That's The Way It Is
A distanza di alcuni mesi dall’acquisizione di Chrysler da parte di FIAT, Sergio Marchionne, uno dei più bravi CEO a livello internazionale, propone al congresso degli USA il piano di risanamento della società automobilistica USA.
Iniziano quindi le prime mosse per costruire una forte alleanza tra le due società, il piano comprende la ristrutturazione del colosso americano, in modo tale da evitare la chiusura dei più importanti impianti di produzione presenti negli USA e aumentare le quote di mercato possedute dalla società di Torino.
Tutto normale, tutto giusto, il discorso che il CEO italiano porta avanti non fa una grinza, tuttavia la strategia è ormai nota, non fosse altro che per la sua semplicità.
“Salveremo posti di lavoro a Detroit” – S. Marchionne disse a inizio anno.
Oggi dinanzi al Congresso ribadisce quanto esplicato a inizio anno con tanto di piano e programma di risanamento. L’unione di queste frasi ad effetto unite ad una grande potenza tenuta da chi solitamente ha il coltello dalla parte del manico, rendono FIAT capace, nel giro di qualche mese, di convincere il Governo Obama ad elargire grosse quantità di denaro sottoforma di incentivi nudi e crudi.
Se la strategia di persuasione ha funzionato in Italia e funziona anche in USA, allora la strada per il risanamento di Chrysler non può che essere in discesa. Easy!