lunedì 31 maggio 2010

Istantanea di una crisi (o meglio tre) e di una cena

Intro - Cosa fa un giovane neolaureato in economia in mezzo ad un manipolo di economisti liberisti affermati e di livello eccelso? Rimane estasiato a sentire le parole, le idee, le opinioni che ognuno di essi esprime.




Roma, 27 Maggio 2010 - Fu così che mi trovai giovedì sera, dopo un seminario sulla (de)crescita economica dell'Italia, a cenare con Michele Boldrin (con moglie), David K. Levine, Aldo Rustichini, Sandro Brusco, Giulio Zanella, Salvatore Modica, Riccardo Fiorito e Marco Boleo
La giornata inizia bene, sveglia presto e subito a lavoro, c'è un progetto da ultimare (Business is business, you know!). Attorno alle 14 saluto i colleghi di lavoro e mi dirigo verso piazza Montecitorio, alle 15 c'è il seminario "Tornare a crescere. Idee per una nuova politica economica" condotto Sandro Trento (associazione Folder), i cui relatori sono i succitati economisti di nFA. Giunto in piazza Montecitorio non faccio fatica a scovare l'albergo all'interno del quale si sarebbe svolto il seminario, dunque entro nella sala congressi dedicata e mi seggo aspettando che arrivi Giulio Zanella, con il quale mi ero accordato, in mattinata, al fine di sostenere la vendita del libro "Tremonti, istruzioni  per il disuso" durante la durata dell'incontro. 
Il seminario inizia con un piccolo ritardo, ma prosegue speditamente fino alla conclusione delle 19:30 circa. In sala sono presenti diversi esponenti dell'Italia dei Valori (a cui l'associazione Folder è legata), alcuni redattori di noiseFromAmerika e altri economisti di stampo variegato (si passa dal Keynesiano al Friedmaniano). Le dissertazioni dei relatori sono accompagnate da dati e slides illuminanti agli occhi degli spettatori assiepati nella piccola sala; il contesto sembra essere quello di un'aula universitaria di un ipotetico dipartimento di economia, la materia, nel caso specifico, è Macroeconomia. Si discute della crisi italiana, in particolare delle tre crisi che attanagliano la nostra nazione (Boldrin docet), del federalismo fiscale (utile se fatto con coscienza, Brusco Docet), dell'ultima manovra fiscale voltremontiana (pensata bene, ma attuata male, Rustichini docet) e del mercato del lavoro in italia (siamo messi male, Zanella docet). Il punto di congiunzione delle diverse dissertazioni appare chiaro agli spettatori: è necessario ridurre le imposte al fine di stimolare la crescita nel settore privato e pubblico, oltre ad attuare delle politiche economiche destinate ad attrarre capitale umano ben retribuito. I dati e le elaborazioni forniti sembrano essere esaurienti e convincenti, non a caso trattasi di lavori pensati e redatti da Professori affermati che non perdono il proprio tempo a fare campagna elettorale o quant'altro abbia a che fare con il becero consenso popolare; al contrario, utilizzano il loro tempo libero, e non solo ovviamente, per discutere e confrontarsi su ciò che è meglio per l'economia italiana e internazionale. Chissà cosa fanno Tremonti e Brunetta nel loro tempo libero? ... Meglio tacere. Meglio tacere anche sulle parole di Draghi: il populismo pare abbia colpito un pò tutti; se poi si pensa che il mondo politico ha espresso unanimemente il suo consenso, allora sono maggiormente sicuro che sia meglio tacere.
Tornando a discutere di argomenti seri, il punto fondamentale del seminario è stato evidenziato in maniera chiara da Aldo Rustichini, il quale sostiene come in Italia ci sia un urgente bisogno di riduzione delle imposte (IRE/IRPEF e IRES in particolare) e della spesa pubblica. Questa proposta può essere attuata con costi bassi e ottimi risultati, ma chissà per quale ragione tutti, o quasi, sembrano soffrire di ipoacusia.
Finito il seminario, si va a cena. La location è Campo de' Fiori, luogo splendido e storico di Roma. Iniziamo a mangiare verso le 23, dopo aver chiacchierato di politica, economia, barzellette (ebbene si!) e altro. L'atmosfera è tranquilla e gioviale, la fame (alle 23 ho raggiunto le 25 ore di totale digiuno..) non si fa sentire, in quanto l'ambiente è di per sè "sfamante". E così, tra una chiacchiera e un boccone, un sorso di vino e una risata, si giunge all'1:30. Sembra siano passati solo 5 minuti, ma in realtà i minuti trascorsi sono cinicamente parecchi; il ricordo della serata/giornata è affidato ai colori e alle espressioni dei volti dei soggetti (tutti sorridenti, pare) impressi in questa istantanea.


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