giovedì 17 giugno 2010

Ma che crisi avete osservato?

Leggendo la lettera degli economisti pubblicata in questi giorni da un gruppo di professori e non italiani mi sono sorti alcuni dubbi: ho studiato in 5 anni di università o ho fatto finta?


Già perché leggendo questa lettera impallidivo da certe affermazioni che mi lasciavano totalmente stupito e in direzione totalmente opposta a ciò che ho studiato in questi anni ed ai miei pensieri elaborati in base alle nozioni apprese.

Mi sembra quindi lecito chiedere perché la differenza è così netta ed a quello che mi appare la realtà.

Vedrò di raccogliere in alcuni punti i miei dubbi più cocenti di questa lettera in attesa di risposte o conferme ai miei interrogativi.



1) In che modo la crisi europea (che presumo si riferisca alla crisi greca) sarebbe annessa alla crisi finanziaria? e perché mai (almeno la crisi europea) non può essere sorpassata a forza di tagli?



Mi spiego: che la crisi finanziaria abbia colpito, anche duramente, tutti gli stati europei è fuori discussione, ma di certo non ha influito sul continuo accumulo di debito degli stati quali appunto Grecia e Italia: la colpa non è dei cattivi finanzieri di Wall Street che hanno scaricato il debito sulla Grecia senza che nessuno se ne accorgesse, ma è stata una politica di indebitamento e sprechi che ha generato questa situazione (nessuno ha ordinato la Grecia di dare la reversibilità anche alla figlia zitella).



Quindi, salvo arcani collegamenti fra le due crisi, l'unica maniera per uscire dalla crisi del debito è tagliare la spesa (c'è anche il default ma questo non sembra una via molto accettata...)



E per quanto riguarda "all’insostenibile profilo liberista del Trattato dell’Unione e dall’orientamento di politica economica restrittiva dei Paesi membri caratterizzati da un sistematico avanzo con l’estero." vorrei ricordare che il trattato di Maastricht prevedeva determinati vincoli di bilancio che, guarda caso, sono proprio le nazioni che sono più distanti da questi vincoli a essere nei guai.

Per sostenere uleriormente il punto che la crisi europea attuale deriva da un problema di eccessivo debito pubblico vorrei ricordare le performance borsistiche il giorno dopo l'annuncio del piano salva-stati europei.

IBEX 35 14,43%
FTSE MIB 11,28%
CAC 40 9,66%
AEX 7,33%
ISEQ 20 7,19%
DAX 5,30%
FTSE 100 5,16%

OPS! Chissà perché Spagna e Italia hanno performance sopra al 10% mentre Germania e Regno Unito passano solo il 5%: azzarderei come ipotesi la diminuzione del rischio paese, ma io sono solo uno studente, posso sbagliarmi.


2) Interrogativo numero 2, ovvero ogni male europeo è colpa del trattato di Maastricht.

Già il trattato di Maastricht è il male allo stato puro perché:

I) Ha imposto vincoli di bilancio agli stati

II) Permette ai capitali di viaggiare liberamente per l'Europa


I) Per quanto riguarda il primo punto mi sono già espresso in modo dettagliato prima, ma giusto per ribadire il concetto: gli stati a rischio fallimento sono quelli, guarda caso, i cui vincoli di bilancio sono stati ignorati o quasi; dati e annunci in questa direzione ce ne sono a bizzeffe.

Piccola postilla a prevenzione di un futuro commento del tipo "L'Italia ha sempre ignorato i vincoli e non risulta tra gli stati a rischio, infatti Moody's ha ritrattato subito il downgrading" vorrei solo ricordare che, a livello di unione monetaria, l'Italia fa parte del trio che produce circa i 2/3 del PIL Euro; fa comodo ignorare i dettagli dell'indebitamento esagerato, come ha fatto comodo ignorarlo per il caso greco.


II) La libera circolazione del capitale ha senso solo se esiste una efficienza dei mercati finanziari che, questo gruppo di professori, sostiene non esista a livello pratico; a sostegno di tal tesi fanno notare che si sono creati degli squilibri di credito fra stati, a causa della migrazione dei capitali, in particolare verso la Germania.



L'efficienza dei mercati finanziari implica, che a parità di rendimento, i capitali si muovano dove il rischio è più basso; il fatto che i capitali si siano spostati verso la Germania che è la regione europea più produttiva non mi sembra un sintomo di inefficienza...

Giusto per aggiungere una ulteriore dimostrazione empirica, vorrei ricordare che lo stato italiano, in un paese dove non esistono limitazioni alla circolazioni dei capitali fra le regioni, nonostante siano 40 anni che buttano soldi al sud, i capitali continuano a migrare verso il nord Italia.



Vorrei dilungarmi anche sull'attacco in pieno stile Voltremontiano agli speculatori, ma il post è già abbastanza lungo e vorrei chiudere in fretta commentando la soluzione proposta per uscire dalla crisi: il New Deal europeo. 


Già un piano d'investimento immenso, finanziato da un debito europeo immenso, da investire in tutta una serie di beni collettivi, dalle infrastrutture alla ricerca passando per ambiente ect... 
Vorrei solo ricordare che in 3 anni l'indebitamento europeo medio è salito mediamente di più del 10%, ma, come anche voi affermate, risultati non se ne sono visti; forse la spesa non è la soluzione...

4 commenti:

  1. Dimostrazione di come questi professori siano alla frutta! E' contro ogni regola classica di economia aumentare la spesa in una fase, come quella attuale, di indebitamento.
    La sensazione è che a livello di propaganda politica qualsiasi presidente preferisca aumentare la spesa, o meglio, semplicemente annunciarla. Ecco: questo mi sembrano tali "economisti", dei politici di quarta categoria che inneggiano alla spesa come il messia salvatore di ogni cosa.

    RispondiElimina
  2. Che poi, sia la crisi finanziaria, sia la crisi europea, sono dovute all'abbassamento della solvibilità delle banche (per i motivi ormai ben noti) e degli stati sovrani.
    Indebitarsi nuovamente sposta solo il problema più avanti nel tempo.

    PS: piccola provocazione che non vuole essere affatto seria; se viene effettivamente effettuata una politica di scarica-barile alla futura generazione, sarebbe giusto ripagare il debito con le pensioni...

    RispondiElimina
  3. Se volete seguire il dibattito tra Ugo Pagano (uno dei 100 + X economisti firmatari della "Lettera degli economisti") e Michele Boldrin con Alberto Bisin connettetevi a:

    http://www.kuvacomunicazione.it/nfa/

    RispondiElimina
  4. http://www.emilianobrancaccio.it/2010/07/10/liberisti-amerikani-contro-la-lettera/

    La risposta del Professore Brancaccio agli economisti di noiseFromAmeriKa.
    Suggerirei un aggettivo: ilare!

    RispondiElimina

Licenza Creative Commons
the road 2 serfdom by theroad2serfdom.blogspot.com is licensed under a Creative Commons Attribution-NoDerivs 2.5 Italy License.