lunedì 11 gennaio 2010

Codacons vs Istituti Bancari

Il 2010 si apre con un’importante novità: la prima class action italiana contro istituti bancari.


Ma cosa è la class action?


E' “L’azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori” (art. 2, comma 445, Legge Finanziaria 2008). Anche se la legge che ha introdotto tale strumento è relativa al 2008, solo nell’anno appena iniziato è entrata in vigore (siamo in Italia!).

Pioniere della prima class action italiana è il Codacons, che ha notificato due citazioni, una presso il tribunale di Torino e l'altro presso il tribunale di Roma, contro i due maggiori colossi bancari italiani: Unicredit e Intesa San Paolo.


L’azione poggia sulle rilevazioni dell'Antitrust secondo le quali le banche avrebbero compensato l'eliminazione della 'commissione di massimo scoperto' introducendo nuove e più costose commissioni a carico degli utenti, anche 15 volte più care.


Con questo comunicato il presidente di Codacons, Carlo Rienzi, presenta l'azione legale contro i due istituti bancari.


Il fatto che le banche avessero sostituito la commissione di massimo scoperto con altre commissioni più costose non è una novità. Molte associazioni di consumatori avevano denunciato il fatto già da tempo e l’Antitrust lo ha confermato con un’accurata indagine.

Ora finalmente si ha anche in Italia uno strumento che permette un’azione collettiva contro queste “furbizie” da parte degli istituti di credito a danno dei propri clienti.


Ma sarà efficace?


Il presidente del Codacons sottolinea questo aspetto nell’ultima parte del comunicato quando dice:


“La mancanza di forti sanzioni come avviene in Usa rende questo strumento poco incisivo ed efficace”


Inoltre dato che si tratta di un procedimento processuale dove c’è un giudice che deve emettere una sentenza, questa può arrivare dopo anni data la lentezza del sistema giudiziario Italiano.

E ovviamente in caso di esito positivo per il Codacons, le banche possono sempre fare ricorso allungando ulteriormente i tempi. Si entrerebbe così nel contorto meccanismo della giustizia italiana che, come sempre, non garantisce una definitiva conclusione nel breve periodo.


Il presidente Rienzi sostiene comunque che l’obiettivo principale della class action è mirato a “disincentivare i colossi economici a fare scorrettezze gravi contro i consumatori”.

Su questo punto sono d’accordo con lui: nel caso in cui la sentenza fosse a favore dell’associazione di consumatori, farà storia e farà capire alle banche che non sono intoccabili e che se sbagliano devono pagare, come è giusto che sia.

Proprio per questo motivo penso che non sia un caso che si siano scelte le due banche italiane più importanti.



Cosimo Schiavano

3 commenti:

  1. Se non vado errato la proposta di legge riguardante la class action è stata approvata soltanto con uno scarto di un voto. In principio infatti suddetto voto doveva essere contrario, per fortuna il politico in questione (disattento) ha sbagliato e quindi grazie a lui abbiamo la class action!!

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  2. Una class action all'italiana...

    Il punto di vista preso nel post rispecchia il mio, anche se penso che per spaventare Intesa San Paolo e Unicredit serve ben altro che un giudizio che forse li colpisce fra 5 anni se va bene...

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  3. Appena ho saputo che anche in italia abbiamo la class action, ero molto contento. Attualmente, viste le base su cui il sistema giudiziario vive (e vegeta...), credo che la mia felicità tenderà a scemare col tempo...

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