mercoledì 21 luglio 2010

L'acqua deve essere un bene pubblico?

Si è conclusa la settimana scorsa la raccolta firme per l'abrogazione di 3 articoli approvati in questa e nelle precedenti legislature, per portare alla privatizzazione della gestione dell'acqua.

La raccolta porterà probabilmente ad un referendum nel 2011, nell'attesa vorrei ricordare un paio di cose.



1) Acqua pubblica non è sinonimo di bassi prezzi.
2) Acqua pubblica non è sinonimo di efficienza.
3) Acqua pubblica non è sinonimo di efficacia.

Chiunque affermi il contrario sta mentendo o non sa niente di economia ed il motivo è semplice. Se l'acqua è gestita dal pubblico, significa che agisce in un regime di monopolio dove sono totalmente assenti gli incentivi a rendere il sistema più efficiente, più efficace e meno costoso.
Incentivi di questo tipo si trovano in un sistema concorrenziale che è incompatibile con la gestione pubblica.

Una volta liberalizzata l'acqua i prezzi si abbasseranno?
Non è detto; come ho detto prima ci sono incentivi solo in un mercato concorrenziale, per renderlo tale, la privatizzazione del servizio, è un passaggio obbligatorio.
Giusto un altro paio di puntualizzazioni:
1) A Parigi, come nelle altre parti del mondo dove si è passato da un sistema di gestione dell'acqua dal privato al pubblico, la "ri-statalizzazione" dell'acqua è dovuta ad un fatto puramente economico, non perché i cattivi capitalisti guadagnano sulla vendita di un bene primario: il costo della gestione da parte di un organo pubblico sarebbe costato meno, in questi casi.
2) Se la gestione fosse stata pubblica invece che privata questo problema di costo sarebbe saltato fuori? Io ho i miei dubbi.

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