venerdì 16 luglio 2010

Un passo avanti ed un paio indietro

Dato il mio recente passato da fiscalista (tre mesi in un CAF è una delle 100 cose da fare nella vita) la notizia della nuova imposta comunale non poteva far altro che attirare la mia attenzione e spingermi a scrivere un piccolo post sull'argomento: un passo verso il federalismo e due/tre passi verso il macello. Why?


Naturalmente bisognerà aspettare la sua approvazione, intanto può essere interessante tirare alcune somme su questa nuova imposta, almeno sulle ipotesi effettuate dall'autore dell'articolo linkato.
La nuova imposta sostituirebbe l'ICI, l’imposta ipotecaria e catastale, l’imposta di registro, l’«Irpef» riconducibile agli immobili, la Tarsu (rifiuti) e l’imposta forfettaria sulle case fantasma.

Gli elementi positivi di questa riforma di sicuro sono la semplificazione (salvo astrusi casini per il calcolo di questa imposta) ed un piccolo passo verso il federalismo, visto che sono i comuni a decidere in che misura applicare l'imposta (anche se già le aliquote ICI erano decise in parte dai comuni, lo stato stabiliva solo tetti massimi d'imposta).

Passiamo ora ai problemi di questa riforma:
- Si uniscono sotto uno stesso tetto tributi che hanno natura diversa: l'ICI è un'imposta mentre la TARSU è una tassa e, in alcuni comuni, è una tariffa.
- Anche per tributi della stessa natura ci sono casi in cui c'è differenza sia temporale dell'imposta che base imponibile dell'imposta: nel caso dentro la nuova imposta ci finisce dentro l'ICI e l’«Irpef» riconducibile agli immobili; la prima il periodo di riferimento quando viene pagata è il corrente, mentre per la seconda il pagamento dell'imposta si riferisce all'anno precedente; in più l'ICI colpisce il patrimonio di una persona, mentre l'Irpef riconducibile agli immobili colpisce i redditi.

I piccoli problemi sopra evidenziati porteranno a dei problemi di armonizzazione: o si avvantaggia una determinata categoria di possessori d'immobili, o si rischia di creare un sistema di calcolo dell'imposta ancora più complicato di quello esistente (e per esperienza professionale, quello italiano è parecchio incasinato).

Ma veniamo al cuore del vero problema di questa riforma: i trasferimenti.
Secondo le stime i comuni usufruiranno di un notevole aumento delle entrate che dovrebbero essere compensati con minori trasferimenti dallo stato ai comuni.
La riforma fiscale può essere considerata accettabile ssse (se e solo se) all'aumento delle nuove entrate ai comuni ci sia una proporzionale discesa della tassazione a livello di stato centrale.

Riusciranno i nostri eroi a fare una riforma decente? Lo scopriremo nei prossimi giorni.

4 commenti:

  1. Premetto che non sono esperto di fiscalità, lungi da me esserlo..

    Vista così, la riforma mi pare da un lato utile dall'altro inutile. Utile: il solo fatto di semplificare la fiscalità potrebbe agevolare il fisco nella "raccoltà". Inutile: stento a capirne l'utilità? Cosa ottengo, io Stato, in più con un tale riforma?

    Mi chiedo: questa riforma è stata ideata per ottenere cosa? Agevolare il processo di implementazione del federalismo fiscale o cos'altro?

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  2. Il motivo dell'introduzione credo sia più che altro per allentare la pressione sui comuni che, da quel che leggo, sono alla canna del gas dopo che è stata tolta l'ICI sulla prima casa.

    Per quanto riguarda la parte federalista è più una idiozia che altro: i comuni possono già decidere l'aliquota ICI da applicare, a chi estendere dei benefici (per esempio a Guastalla chi da in uso gratuito ad un parente entro il 3° grado una casa di proprietà non paga l'ICI su quell'immobile); immagino la stessa cosa per tutti gli altri tributi.

    L'unica cosa che decide lo stato a livello centrale sono tipologia di tributo e aliquote massime.

    E anche sulla semplificazione ho le mie riserve che ho già espresso nel post, soprattutto per l'unione di una serie di tributi differenti fra loro, e il rischio è che salti fuori un casino come il calcolo dell'Irpef.

    L'unica opportunità interessante di riforma con l'introduzione di una nuova imposta starebbe nel non mettere i limiti di aliquote e azzerare o quasi i trasferimenti da stato centrale a comuni: questo incentiverebbe una gestione del comune sana, visto che se spendono tutti i soldi in idiozie i cittadini si trovano la comunale aumentata; in tal caso non mi aspetterei una rielezione della giunta...

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  3. Da questo punto di vista, mi pare una grossa opportunità. Ma deve ancora essere approvata?

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  4. Esatto, non è definitiva e comunque bisognerebbe aspettare le direttive ministeriali su metodologia di calcolo e quant'altro.
    Ma dubito fortemente che ci sarà una svolta in questo senso, anzi credo sia più una reintroduzione dell'ICI e, se le cose vanno bene, useranno i minori trasferimenti ai comuni per saldare il debito pubblico

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