mercoledì 1 settembre 2010

Una voce fuori dal coro

L'estate italiana tra grida, urla e minacce sta per terminare col sottofondo di una voce fuori dal coro tesa a spronare politica, industrie e sindacati italiani.

Polemiche a non finire i cui argomenti variano dal nulla al lapalissiano, mentre gli italiani, ubriacati da cotanto dibattere (???), possono ancorarsi ad una voce fuori dal coro.

Ecco la situazione della politica Italiana che questa estate i media e i politici ci hanno propinato dalle 00:00 alle 24:00 di ogni santo giorno. Fini minaccia Berlusconi, Berlusconi risponde tramite giornali e conferenze, Fini lascia il PdL, Berlusconi insieme con Bossi propongono di andare alle elezioni, il PD (???) non fa niente (d’altro canto quando mai ha combinato qualcosa?), Casini se ne sta nel suo angolo con Rutelli e Tabacci a giocare a carte, ogni tanto spunta Luca Cordero di Montezemolo in coadiuvazione con la Mercegaglia mentre cercano di richiamare al proprio posto i personaggi del palcoscenico (degno di un cabaret) romano. In tutto ciò si dibatte (si fa per dire) del nulla, se non dei propri interessi, tornaconti e idiozie che farebbero perfino ribrezzo al buon Marcinkus.

In questo caos generale appare Sergio Marchionne, il più lucido fra i dibattenti che hanno animato l'estate Italiane. Lucido in quanto ha spiegato, chiaramente, come nel 2010 non ci possano più essere battaglie tra padrone e operaio. Il mondo è cambiato rispetto agli anni ’70: è ora di capirlo. L’AD della FIAT ha chiarito cosa sta succedendo nell'economia globale, anzi lo ha dimostrato con la mossa dello stabilimento produttivo in Serbia e con la conferenza tenutasi il 26 agosto scorso. Serve un nuovo Patto Sociale in Italia, altrimenti i prossimi stabilimenti saranno costruiti in Polonia o in Bulgaria (tanto per fare due nomi a caso), non qui. Semplice e conciso. L’avvertimento non ha il contenuto di una minaccia, ma ha l’obiettivo di spronare la politica e gli italiani a fare qualcosa al fine di adeguarsi alla globalizzazione, altrimenti si rischia di rimanere fuori, non a caso ha parlato di necessità di un grande sforzo da parte di tutti.

Marchionne ha aperto le porte verso una nuova strada per il futuro dell’Italia, finora tali porte erano tenute chiuse dalla cecità delle politiche populiste degli ultimi 20 anni e dalla convinzione che le lotte  di classe del ’68 fossero ancora attuali. E’ tempo di cambiare (anche per noi) e costruire tutti insieme (confindustria, sindacati e politica) un nuovo Patto Sociale che guardi al futuro nell’ottica della competizione internazionale e del libero mercato.

Ecco la voce fuori dal coro a cui ancorarsi. Ecco un chiaro esempio di schiaffo a vent'anni di politiche obsolete, farraginose e populiste

4 commenti:

  1. Più che una voce fuori dal coro mi sembra più una steccata nel coro, decisamente voluta.

    Il messaggio è chiaro e conciso: se sindacati in primis ed il governo non rendono il sistema Italia competitivo, io vado a produrre da un'altra parte, è questa è sicuramente la steccata nel coro.

    La voce però mi da molto l'impressione che sia dentro i cori populistici classici italiani, prima fra tutto il "patto sociale" che mi da molto dello "yes, we can".

    Forse questo è l'unico modo di comunicare in Italia, eppure mi da l'impressione che sia dentro sempre al teatrino della politica italiana, dove quando succede qualcosa che finisce all'attenzione dei mass media tutti si affannano ad intervenire con rombanti parole, quasi debba esserci una rivoluzione, per poi lasciare tutto com'è....
    Ed i toni della dichiarazione di Marchionne rientrano perfettamente dentro i canoni, dando l'impressione che il sindacato abbia fatto qualcosa, quando, in verità ha solo ciarlato...

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  2. Beh Marchionne ha detto ciò che nessuno ha mai avuto il coraggio di dire. Innanzitutto SM non ha ruoli istituzionali (che io sappia) per cui non ha il problema di voti persi o guadagnati, ciò si traduce nella vera libertà di espressione dello stesso, di fatti dice quello che vuole. In secondo luogo a Rimini durante la conferenza ha fatto capire ai politici, in particolare, che il mercato è LIBERO, esistono altre realtà dove i sindacati rompono meno le palle, dove il costo del lavoro è veramente equiparato alla produttività degli individui, dove ci possono essere aiutini Statali più vantaggiosi (si sa, la politica di FIAT mette sempre in conto qualcosa dallo Stato, vedi USA per Chrysler e incentivi nel 2009 per FIAT).
    Può darsi che la sua sia effettivamente una steccata, ma come ho detto nel post credo che sia stata più un tentativo di riavvicinamento con il sistema Italia.

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  3. Certo, ma proprio perché non ha problemi di voti, avrei preferito qualcosa di più diretto e più pesante del discorso che ha fatto; un discorso che facesse perdere voti a governo e sindacati.
    Un discorso del tipo: il sistema Italia fa schifo perché se un gruppo di persone mi blocca la catena di montaggio le devo riassumere lo stesso, perché la giustizia è lenta, perché c'è un fancazzismo generale, bla bla bla

    Su gli aiuti di stato, se ci sono è contento, ma credo che abbia capito che una FIAT in utile senza gli aiuti di stato renda di più di una FIAT in utile grazie gli aiuti di stato; ma di sicuro, se vuoi rendere più competitivo il sistema Italia, ci sono tante cose che i politici possono cambiare e non fanno,

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  4. In fin dei conti il suo discorso non era indirizzato solo a sputtanare i politici o i sindacati, ma in particolare a spronare tutti quanti verso comportamenti che possano garantire competizione rispetto alla globalizzazione. L'idea di un nuovo Patto Sociale è "sua" e dobbiamo dargli atto che è stato l'unico a parlarne, nonostante stia in una posizione comunque delicata (non è un politico, ma ha dei "debiti" con lo Stato Italiano).

    Sugli aiuti statali lui ci ha lucrato, eccome però ha capito, come dici tu, che è meglio lavorare senza altrimenti poi ti tocca restituire il favore.

    Mi auguro che politici e sindacati abbiano raccolto di buon grado il "consiglio" di SM, ma dubito...

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