venerdì 23 ottobre 2009

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Fonte: economist.com

8 commenti:

  1. L'immagine e l'articolo allegato all'Economist non mi piacciono molto e non c'entra niente l'amor per la patria.
    Certo non piace neanche a me la discesa di questi indici ma, secondo me, l'Economist erra nel criticare lazione di governo berlusconiana con l'andamento di questi indici senza porsi alcune domande, che magari si sono fatti, ma di sicuro non compaiono nell'articolo e di cui mi piacerebbe saperne il responso.

    1) Tale andamento fa parte di un trend pre-esistente o è una novità berlusconiana?
    2) Che trend presentano gli altri stati industrializzati?
    3) Quali sono gli interventi che hanno fatto gli altri stati per ottenere un trend positivo?
    4) Tali interventi sono possibili nella situazione socio-economica italiana?
    5) Quali iniziative hanno adottato gli altri stati per passare l'Italia in classifica?

    Infine sono molto curioso riguardo l'indice di libertà economica del Fraser Istitute: alcuni stati hanno provvedutao a pesanti nazionalizzazioni e/o aiuti alle imprese per combattere la crisi, che effetto hanno avuto queste azioni sugli indici di tali stati (leggasi USA, UK)?
    Su questo vedrò di indagare appena ho tempo.

    Matteo

    PS: Considerando il governo BS mi sembra strano che l'unico indice a salire sia il Gender Gap.....

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  2. E' sicuramente necessaria un'analisi più attenta e dettagliata delle classifiche stilate.

    Tuttavia c'è un dato di fatto da evidenziare: la situazione generale italiana è in crisi conclamata, il fatto che ci vedano così da fuori rappresenta semplicemente un segnale di allarme per la nostra nazione.

    Sul dato Economic Freedom pesa fortemente il discorso di Alitalia e i sussidi a Fiat, oltre a varie riforme anticrisi decisamente keynesiane.

    Sul gender gap, probabilmente la risalita nel ranking è legata all'aumento di incarichi affidati a donne, vedi ministeri, confindustria, etc.

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  3. Per quanto riguarda il gender gap, dove forse indagherò più a fondo credo dipenda più dal cambio generazionale che dalle nomine berlusconiane.
    Non si può affermare che esiste un divario inferiore tra i sessi soltanto per alcune posizioni di rilievo, penso che si faccia una indagine più accurata sulla discriminazione delle varie carriere professionali.

    Per quanto riguarda EF di sicuro il discorso Alitalia e sussidi Fiat hanno avuto peso, quello che voglio indagare e sugli altri paesi industrializzati che hanno ricorso in maniera massiccia alle privatizzazioni qual'è stata la loro evoluzione e, possibilmente, dare un'occhiata a come è calcolato questo indice.

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  4. Attratto dalla curiosità sono andato a controllare il gender gap e, a quanto pare, mi sono sbagliato.
    Il gender gap è un indice basato sulla media di 4 indicatori attinenti a 4 campi diversi: lavoro e opportunità di lavoro, istruzione, salute ed infine le donne nella politica.
    La base di riferimento di questo incremento di 17 posizioni si riferisce al rapporto dal 2007 al 2008 e questo incremento è dovuto in particolare dalla maggiore attività politica delle donne: questo aumento è dovuto al maggior numero di donne in parlamento e dal maggior numero di donne come ministro (sono in termini relativi, il governo Prodi II è stato famoso per la moltitudine di ministri).
    A quanto pare parte dell'aumento è derivato proprio dalle nomine berlusconiane quindi faccio ammenda.

    PS: Come indice non lo trovo particolarmente bello....

    PPS: ho guardato anche l'indice EF ma merita un'analisi più accurata....

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  5. Certamente queste classifiche sono costruite in modo particolare, e non rappresentano totalmente la realtà, ma tutte insieme danno semplicemente un'immagine mediocre del nostro paese.

    Sul EF di Fraser Institute, ti rimando a questo link http://www.freetheworld.com/2009/reports/world/EFW2009_BOOK.pdf
    (pagina 114).
    La classifica è un pò strana, l'ultimo dato disponibile si riferisce al 2007 nonostante sia il report del 2009. By the way, il trend è nettamente negativo, in particolare il dato che riguarda il "Freedom to trade internationally" è preoccupante.
    Tuttavia mi sembra inappropriato vedere gli USA che restano sullo stesso livello del 2005..(??)..

    Comunque appena leggo bene il report (c'è una parte dedicata esclusivamente agli effetti delle misure anticrisi sulla EF), ti do un parere più dettagliato.

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  6. Infatti l'ho notato anch'io.
    A me sembrano delle stime fatte ogni anno sui dati raccolti negli anni precedenti.
    Infatti se scarichi la classifica del 2008 vedrai che gli indicatori del 2000 sono leggermente diversi.
    D'altronde sarebbe strano avere un buon report dell'anno 2008 in poco più di 10 mesi, quando parte dei dati sono stati appena pubblicati (i dati sul PIL sono lentissimi).

    Comunque il mio punto sembra confermato in parte: la discesa di questi indici non è direttamente collegata all'attività di governo di BS (almeno del governo attuale).

    PS: con questo non voglio affatto giudicare in maniera positiva il governo del "miglior presidente del consiglio della storia italiana", solo criticare l'articolo dell'Economist

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  7. Pian piano do un'occhiata a tutti gli indici, giusto per avere una vaga idea; oggi è toccato all'indice di corruzione percepita e l'indice per la facilità con cui si può avviare un'attività produttiva.

    Partiamo da quest'ultimo che, complessivamente c'è poco da dire: sono 5 gli stati che hanno messo la freccia e ci hanno sverniciato di netto rispetto l'anno precedente, mentre l'Italia ha passato un solo stato che stava davanti.
    Indagherò più a fondo su come è calcolato l'indice e il resto ma dalla classifica salta all'occhio subito una cosa: oltre al nome dello stato, la posizione attuale e la posizione precedente è presente un'ultima colonna la cui dicitura è "2010 reforms".
    In tale colonna il numero di fianco all'Italia è 0, di fianco agli stati che hanno sorpassato 7,7,6,7 e 4; non credo si debba aggiungere altro.

    Per quanto riguarda l'indice di corruzione, che si riferisce all'anno 2008, si nota una diminuzione netta dell'indice (anche in questo bisogna indagare un po'), che sembra essere associato ad un trend, se non fosse per una brusca inversione nel 2007.

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  8. Sull'indice ease of doing business hanno pesato le difficoltà ad arrivare al credito per i potenziali imprenditori.
    Purtroppo, nonostante si dice che il sistema bancario italiano sia in perfetta forma, c'è da notare questa difficoltà oggettiva nel finanziare idee e progetti. Mi permetto di fare un esempio, giorni fa parlando con un amico che lavora per una multinazionale a londra è uscito il discorso del credito alle imprese, mi ha colpito come in Inghilterra le banche diano credito anche solo per le idee di imprese (ovviamente con annesso piano finanziario, e cash flow futuri attesi), un suo amico infatti ha raggiunto un accordo con una delle più importanti banche britanniche per un finanziamento di 15k sterline.. dopo un paio di anni la sua impresa funziona perfettamente e il debito è stato già saldato.

    Questo è solo un esempio (certamente non danno credito a chiunque), tuttavia le difficoltà in italia sono oggettive e complesse in questo settore, che darebbe grandi spinte alla nostra economia basata sulle PMI.

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